venerdì 22 aprile 2016

Spesa referendum trivelle: intervenga la Corte dei Conti

Referendum trivelle: 13 milioni d’italiani non vogliono Renzi


Edificio Montezemolo - Corte dei Conti di Roma
Ha votato il 31,18%: 15.806.788 elettori si sono recati alle urne sui 50.675.406 degli aventi diritto.
Vero. Non si è raggiunto il quorum, anche se i “Sì” con il loro 85,84% (13.334.764 di preferenze) hanno battuto i “No” (14,16%, con 2.198.805 preferenze), surclassandoli in modo vertiginoso. Ma una domanda il Sig. Renzi e i suoi dovrebbero porsela: perché circa 16 milioni d’italiani non hanno “obbedito” al suo invito all’astensione e si sono recati lo stesso alle urne? Invito peraltro rafforzato anche dal Presidente della Repubblica emerito Giorgio Napolitano.
Oltre 13 milioni d’italiani (più del doppio della popolazione dell’Olanda, una volta e mezzo quella della Svezia o quella dell’Austria, parecchio più della popolazione della Grecia, tanto per intenderci), con il loro voto, si sono espressi contro il predicato ed il boicottaggio di Renzi & C.
E costui, assieme ai suoi, canta pure vittoria, invece di preoccuparsi della corruzione e della desolazione che dilaga nel suo stesso partito, con scandali che stanno surclassando quelli della prima repubblica, trasformandoli in bazzecole agli occhi degli elettori?
Lo stesso boicottaggio da parte del Presidente del Consiglio, aiutato da Napolitano, è uno scandalo che non trova riscontri storici nella politica italiana.  
Com’è uno scandalo prendere atto che, nella settimana precedente la consultazione referendaria, il Tg1 (la fonte di informazione principale della maggioranza degli italiani) ha dedicato al referendum appena 13 minuti. Tredici minuti in una settimana. 
Com’è uno scandalo la decisione di dedicare una giornata elettorale isolata al solo referendum trivelle, quando a giugno è già programmata da tempo la tornata elettorale per le amministrative, spendendo e spandendo inutilmente la bellezza di 360 milioni di euro degli italiani che potevano essere risparmiati. Ma unire i due voti (per risparmiare) avrebbe di sicuro fatto salire sensibilmente il quorum e questo ai comandanti occulti di nostri politicanti non sarebbe piaciuto. Invece, a loro è piaciuto molto togliere 360 milioni di euro ai già affamati italiani ridotti sul lastrico, tra disoccupazione e pensioni da fame destinate ormai solo ai 70enni, pressione fiscale e balzelli che superano percentuali insostenibili per le umane spalle, con metodi d’incasso rasentanti la violenza estorsiva da parte degli organismi preposti (leggi Equitalia e affini), tagli alla sanità che costringono a pagarsi molti esami e farmaci se ci si trova in situazioni d’urgenza o a morire, come spesso accade, se si vive alla giornata, tagli alla scuola e allo stato sociale. 360 milioni di euro, intorno ai 700 miliardi di vecchie lire, che potevano essere messi a disposizione del fabbisogno di masse d’italiani che non sanno come sbarcare il lunario o di aziende per la creazione di posti di lavoro. Ma tanto, qual è il problema? Si recupereranno tartassando ancora una volta gli italiani con una nuova legge finanziaria, che taglierà quello che ancora è rimasto, ma non le ruberie della classe politica.
Usare il proprio potere politico per boicottare un referendum popolare, facendone mancare l’informazione e invitando ad astenersi, è scorretto, ma sperperare i soldi dello Stato è reato, oltre che immorale, vista la situazione d’indigenza in cui quello stesso potere politico ha trascinato gli italiani.
Lo strumento di giustizia a cui ricorrere per perseguire l’illecito esiste ed è previsto dal nostroordinamento: l’esposto alla Procura Regionale della Corte dei Conti competente per territorio (in questo caso il Lazio, trovandosi a Roma la sede del governo), alla quale si può denunciare Renzi per la spesa extra procurata allo Stato che si poteva facilmente risparmiare. Valutazione che alcune Associazioni di Consumatori stanno già facendo con lo studio del contenuto dell’esposto da proporre. Ciò non toglie, che anche ciascun singolo cittadino ha il diritto di proporre un proprio esposto sull’argomento, il quale esposto può essere anche inviato attaverso i servizi postali o per Posta Elettronica Certificata (PEC).
Vogliono modificare la Costituzione per toglierci sempre più diritti, serviamoci finché ancora possiamo degli strumenti che quello che rimane della Carta Costituzionale più bella del mondo ci mette ancora a disposizione.
Nino Caliendo

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