Contestazione da parte del conduttore delle spese
condominiali richiestegli dal proprietario (o dall'amministratore per incarico
di quest'ultimo): il primo deve pagare a semplice richiesta del secondo?
Assolutamente, no!
Assolutamente, no!
La Legge in proposito è molto chiara.
La norma di riferimento è rappresentata dal terzo
comma dell’art. 9 della legge n. 392/78 che recita: “II pagamento
deve avvenire entro due mesi dalla richiesta. Prima di effettuare il pagamento
il conduttore ha diritto di ottenere l'indicazione specifica delle spese di cui
ai commi precedenti con la menzione dei criteri di ripartizione. Il conduttore
ha inoltre diritto di prendere visione dei documenti giustificativi delle spese
effettuate”.
Due i diritti principali del conduttore:
1) diritto di sapere a che titolo deve pagare la somma richiesta, con l'indicazione dei
criteri di ripartizione utilizzati;
2) diritto di prendere visione dei documenti giustificativi e delle fatture delle spese.
E se alla richiesta non seguono i chiarimenti? Si
è autorizzati a non pagare.
Se il proprietario chiede delle somme a titolo di
oneri condominiali e il conduttore le contesta e non le versa, il primo
potrebbe chiamarlo in causa al fine di ottenere la risoluzione del
contratto (non lo sfratto) per inadempimento. Naturalmente, il
conduttore in giudizio potrà eccepire (provandolo) di aver chiesto vanamente,
sia all'amministratore che al locatore, i chiarimenti dovutigli ai sensi del
terzo comma dell’art. 9 della L. n. 392/78, chiedendo il rigetto dell'istanza
del locatore e la condanna di quest'ultimo al risarcimento di tutte le spese.
La Cassazione sull'argomento ha così sentenziato: “Va ribadito il principio secondo il quale se il conduttore, convenuto in giudizio per il mancato pagamento di oneri condominiali, contesti che il locatore abbia effettivamente sopportato le spese di cui chiede il rimborso o non ne abbia effettuato una corretta ripartizione, incombe al locatore stesso, ai sensi dell’art. 2697 c.c., dare la prova dei fatti costitutivi del proprio diritto, i quali non si esauriscono nell’aver indirizzato la richiesta prevista dalla L. n. 392 del 1978, art. 9, necessaria per la costituzione in mora del conduttore e per la decorrenza del bimestre ai fini della risoluzione, ma comprendono anche l’esistenza, l’ammontare e i criteri di ripartizione del rimborso richiesto" (Cass. 6403/2004 e Cass. 28 settembre 2010 n. 20348).
La Cassazione sull'argomento ha così sentenziato: “Va ribadito il principio secondo il quale se il conduttore, convenuto in giudizio per il mancato pagamento di oneri condominiali, contesti che il locatore abbia effettivamente sopportato le spese di cui chiede il rimborso o non ne abbia effettuato una corretta ripartizione, incombe al locatore stesso, ai sensi dell’art. 2697 c.c., dare la prova dei fatti costitutivi del proprio diritto, i quali non si esauriscono nell’aver indirizzato la richiesta prevista dalla L. n. 392 del 1978, art. 9, necessaria per la costituzione in mora del conduttore e per la decorrenza del bimestre ai fini della risoluzione, ma comprendono anche l’esistenza, l’ammontare e i criteri di ripartizione del rimborso richiesto" (Cass. 6403/2004 e Cass. 28 settembre 2010 n. 20348).
consolidamento di un sistema idrico europeo, basato su un gruppo di multiutilities su scala interregionale e internazionale, aperte alla concorrenza sui mercati europei e mondiali, di preferenza quotate in Borsa, e attive in reti di partenariato pubblico-privato». Sappiamo infatti che Renzi vuole affidare l’acqua a quattro multiutilities italiane: Iren, A2A, Hera e Acea. Infatti sta procedendo a passo spedito l’iter del decreto Madia (Testo unico sui servizi pubblici locali) che prevede l’obbligo di gestire i servizi a rete (acqua compresa) tramite società per azioni e reintroduce in tariffa “l’adeguatezza della remunerazione del capitale investito” (la dicitura che il referendum aveva abrogato!). Tutto questo è di una gravità estrema, non solo perché si fa beffe della democrazia, ma soprattutto perché è un attentato alla vita. E’ infatti Papa Francesco che parla dell’acqua come “diritto alla vita” (un termine usato in campo cattolico per l’aborto e l’eutanasia).
catechesi, sensibilizzino i fedeli sull’acqua come “diritto essenziale, fondamentale, universale” (Papa Francesco); ai Comuni e alle città, perché ritrovino la volontà politica di ripubblicizzare i servizi idrici come Napoli (penso a città come Trento, Messina, Palermo, Reggio Emilia).
direttamente dai soliti infallibili incappucciati muniti di grembiule (ovvero, manifesta disponibilità nel servire gli interessi dell’Alta Massoneria e dell’Alta Finanza). Da un lato i seguaci del guru Casaleggio negano la tessera ai “massoni paesani” iscritti in qualche innocua loggetta di provincia composta magari perlopiù da tromboni retorici e demodé; dall’altro però non si fanno scrupolo nel vezzeggiare, blandire e baciare l’anello dei massoni che non fanno folklore ma contano per davvero, “iniziati” potenti come quelli che hanno recentemente chiamato a rapporto quel damerino diLuigi Di Maio per istruirlo a dovere e, magari, cominciare a “levigarne la pietra grezza” in vista di una ventilata e prossima ascesa nell’empireo delpotere, sorretta dall’occhio benevolo del “Grande Architetto” dall’accento inglese (per cogliere l’invadenza anglosassone nella storia recente italiana leggere “Il Golpe Inglese” e “Colonia Italia”).
ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”. Duri, puri e intransigenti con i massoni da dopolavoro ferroviario; servizievoli, carini e accorti con i massoni di spessore. Sinceri complimenti.

noi. Contro “i popoli d’Europa”. Per ridurre le loro libertà residue e le loro capacità di risposta ai soprusi dei poteri. Infatti il primo risultato, scontato, sarà la sospensione di tutte le garanzie democratiche. È già in corso in Francia, ora sarà la volta del Belgio. Poi, dopo qualche altro attentato, magari in Italia, se per caso non volesse entrare in guerra in Libia, allora sarà la volta del nostro paese. Noi italiani siamo gli ultimi a poter essere ingannati, poiché abbiamo già vissuto la stessa cosa con la strategia della tensione. Questo ci dice che non dobbiamo cadere nella trappola di guardare il dito invece della Luna. Se ci dicono che è Daesh, diffidiamo. Probabilmente è “anche” Daesh. Ma Daesh è lo strumento, e la mano (in parte), ma non la mente. Sono bombe contro “l’Europa dei popoli”, per renderla uno straccio subalterno al potere dell’Impero, per trascinarla inguerra tutta intera, terrorizzata, per mettere la museruola a tutti, anche ai recalcitranti. L’avviso è per tutti non solo per Bruxelles.